La parola ritrovata. Ricostruire l’uomo attraverso il Linguaggio

La parola ritrovata.
Ricostruire l’uomo attraverso il Linguaggio

Roma

Biblioteca Camera dei Deputati - 6 Novembre 2013

Interventi del Prof. Vittorio Sgarbi, il Prof. Giuseppe Benelli e Prof. Francesco Corsi, On. Monica Baldi

Le parole, infatti, possono dare gioia; e perché questo accada bisogna tornare a riscoprire il piacere del “verbo” che è poesia,musica. Riscoprire la parola, godere, vivere e condividere il “verbo”ci riporta alla nostra vera natura, purtroppo tante volte dimenticata.”

Fabrizio Guarducci

Introduzione di Francesco Corsi alla conferenza:

“Avremmo piacere che “La parola ritrovata” fosse l’inizio di un laboratorio che susciti il senso dell’urgenza che sta vivendo il nostro tempo.

Un’urgenza che prima ancora che dettata dai lati economici, si articola in ciò che è il fondamento dell’essere umano: il linguaggio.

Per questo oggi non siamo ad una presentazione di un libro, ma siamo di fronte ad uno stimolo che l’autore, Fabrizio Guarducci, ha avvertito come necessità collettiva: la ricostruzione dell’uomo a partire dalla parola, che può avvenire col concorso di ognuno di noi.

Fabrizio Guarducci, ricercatore da molti anni, un pensatore, un uomo che va alla ricerca del tempo e della storia studiando manoscritti antichi. Da anni si tuffa nella lettura di testi di alchimia, gnostici, qabbalistici, testi filosofici , opere scientifiche antiche e moderne.

Guarducci è Presidente dell’Istituzione Internazionale che è la Lorenzo De Medici, frequentata da studenti di tutto il mondo. Fabrizio ha avuto modo per anni e anni di vedere valori diversi, culture differenti a confronto. Le diversità, i vari valori, ognuno da salvaguardare nella sua meravigliosa identità.

il profondo dialogo che l’esperienza umana instaura con il segno, con la parola, evidenziando il legame che esiste tra il gesto corporeo e la formulazione di un pensiero e quindi di un linguaggio.

Seppure sembra che esista una sorta di area pre-linguistica nella quale si sviluppa il preludio della parola, la parola si articola in una prassi, in una sorta di giuoco linguistico, nel quale l’uomo progredisce sviluppando di pari passo cognizioni teoriche e sfera emozionale affettiva.

La scoperta dei “neuroni specchio” mostra come l’apprendimento operi per imitazione di comportamenti che vengono introiettati e vissuti empaticamente. Esiste una vera e propria base biologica di quei comportamenti imitativi che operano a livello di inconscio. Per questo esperienze armoniche come l’educazione musicale, hanno influenze positive, mentre messaggi violenti che si legano a termini definiti “tossici” sono una vera e propria sciagura sociale, amplificata dal potere schiacciante della globalizzazione.

Uno dei più gravi problemi che sembrano affliggere l’umanità contemporanea è dato da una tecnocrazia globalizzata che sviluppa automatismi; automatismi che sviluppano codici comportamentali che creano una frattura tra il mondo esterno “condiviso” e l’interiorità di ogni persona.

Il paradosso della grande comunicazione di massa sembra dare origine ad una incomunicabilità con il livello emozionale ed empatico interiore delle persone. E se è vero che il linguaggio ha origine proprio in questo dialogo tra elaborazione emozionale interiore e stimoli esterni, tra corporeità del gesto e

Dice Guarducci: “La comunicazione musicale tocca le corde della nostra anima e ci apre ai piani superiori …e la comunicazione perfetta senza rischio di contaminazione, abitua l’uomo all’armonia”

Ecco perché abbiamo pensato di avere qui con noi Vittorio Sgarbi, il più grande esperto d’arte che ci sia perché vive l’arte non solo da conoscitore “esterno” obiettivo e scientifico, ma la vive come la più grande emozione “interiore” della propria vita. Ecco perché ho pensato all’amico Giuseppe Benelli, grande artista della parola ed esperto di quella filosofia del linguaggio che oggi è chiamata con urgenza alla ricostruzione del rapporto che esiste tra linguaggio, pensiero e realtà, di fronte ad una lingua diventata “automatica”, priva di sapore, di creatività e anche, purtroppo, di valori etici.

Francesco Corsi